2 novembre 2011
Diventare grandi per vincere le sfide del mercato.
Leggo su Press (il mensile del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili) un articolo che vuole suggerire ai piccoli e medi studi professionali (PMS in letteratura) a far fronte alle sfide del mercato, insegnare come fare di un piccolo studio un grande successo.
La complessità della normativa e i suoi frequenti aggiornamenti rappresentano le principali difficoltà che tanto i PMS quanto le PMI loro clienti si trovano ad affrontare.
Riporto alcuni suggerimenti validi sia per le piccole imprese che per gli studi professionali, per una volta uniti nelle sfide da affontare e nella necessità di rinnovamento:
1. Elaborare la mission, la vision, il piano strategico
2. Individuare le proprie caratteristiche e ritagliarsi una fetta di mercato
3. Ampliare l’offerta di servizi integrando la consulenza aziendale
4. Scegliere le PMI come clienti target
5. Promuovere lo studio
6. Stringere rapporti con altri studi
7. Adottare nuove tecnologie
Nulla di nuovo in realtà, ma di certo il percorso è quello giusto. Solo qualche osservazione che forse i lettori di questo blog potranno aiutami a formalizzare meglio e ad approfondire:
1) definire chi siamo e chi vogliamo essere, o meglio cosa ci differenzia dagli altri, non sempre è cosi facile. Spesso è decidere cosa smettere di fare quello che ci caratterizza. È una scelta difficile e non priva di un certo rischio. Soprattutto in un periodo come questo non è facile scegliere una vision ed una strategia di lungo. L’ambiente intorno a noi è mutevole. Io ed il mio Studio ci poniamo questa domanda almeno una o due volte l’anno.
2) pianificare, scrivere il piano strategico, formalizzarlo, discuterne con colleghi ed amici. Porta via tempo, è vero, ma è assolutamente la cosa più utile. Spesso ho rinunciato a qualche giorno di vacanza ma ne è sempre valsa la pena. A volte rivolgersi ad un consulente è necessario proprio per esser costretti a formalizzare.
3) Network professionale: attenti che funzionano solo se sono garanzia di professionalità e portano una congrua remunerazione (non solo economica certo) a tutti i partecipanti. Troppo spesso di sogna in grande ma la collaborazione funziona solo se alla base c’è fiducia e professionalità. Nessuna delle due cose si improvvisa in poco tempo ed entrambe sono risorse scarse. In giro troppe iniziative ammiccanti. Per la mia esperienza solo un grande impegno porta qualche risultato.
Restiamo in attesa di una guida IFAC che dovrebbe essere a breve pubblicata in italiano dal CNDCEC. Molte risorse possiamo già trovarle in rete, il CNDCEC si è mosso tardi ma sta lavorando bene. Risorse che mi permetto di suggerire anche alle imprese di servizi.
Spero che i commenti dei lettori mi aiuteranno a meglio definire quale futuro attende la nostra professione.